Coloro
che sostengono Israele staranno con Israele in tribunale
Introduzione
Dal 2 marzo 2025, Israele ha imposto un assedio totale su Gaza,
bloccando ogni aiuto umanitario, inclusi cibo, acqua e forniture
mediche, con conseguenze catastrofiche, tra cui fame diffusa, morti e il
collasso dei sistemi sanitari. I rapporti descrivono bambini ridotti a
condizioni scheletriche, simili a quelli liberati dai campi di
concentramento nazisti, e ospedali incapaci di curare i pazienti a causa
della carenza di forniture. Queste azioni, designate come genocidio da
Amnesty International e supportate da un recente sondaggio tra studiosi
di genocidio, violano il diritto umanitario internazionale (IHL), la
legge ebraica (Halakha) e le misure preventive ordinate dalla Corte
Internazionale di Giustizia (ICJ) nel 2024. Il caso di genocidio del
Sudafrica contro Israele davanti all’ICJ, avviato nel dicembre 2023, è
rafforzato da prove di actus reus (l’atto fisico) e mens
rea (l’intenzione) ai sensi della Convenzione sul Genocidio del
1948. Gli obblighi legali e morali previsti dalla Convenzione sul
Genocidio e dal quadro della Responsabilità di Protezione (R2P),
rafforzati dall’Atto di Assistenza Estera degli Stati Uniti,
sottolineano l’imperativo globale di prevenire il genocidio, il “crimine
dei crimini”. Questo saggio approfondisce queste violazioni, gli ordini
dell’ICJ e le prove a sostegno del caso del Sudafrica, evidenziando che
i leader politici che continuano a sostenere Israele nonostante le forti
prove di un genocidio in corso potrebbero affrontare accuse di
complicità e favoreggiamento di genocidio e crimini di guerra ai sensi
del diritto internazionale e nazionale, sottolineando la profonda
importanza morale e storica di questa crisi.
Violazioni del diritto
internazionale
Il diritto umanitario internazionale, regolato dalle Convenzioni di
Ginevra del 1949, dai Protocolli Aggiuntivi e dal diritto
consuetudinario IHL, stabilisce chiari standard per la protezione dei
civili durante i conflitti armati. Le azioni di Israele a Gaza violano
diversi principi fondamentali:
- Protezione dei civili e divieto di fame:
- La Quarta Convenzione di Ginevra (Articolo 27) impone un trattamento
umano dei civili, vietando azioni che causano sofferenze inutili.
L’Articolo 54 del Protocollo Aggiuntivo I e il diritto consuetudinario
IHL (Regola ICRC 53) proibiscono esplicitamente la fame dei civili come
metodo di guerra. Lo Statuto di Roma della Corte Penale Internazionale
(ICC) classifica la fame intenzionale come crimine di guerra (Articolo
8(2)(b)(xxv)).
- L’assedio di Israele, che blocca ogni fornitura di cibo, acqua e
medicinali dal marzo 2025, colpisce indiscriminatamente i 2,3 milioni di
civili di Gaza, portando a morti per fame documentate e grave
malnutrizione, come riportato da Amnesty International (2025). Ciò
costituisce genocidio, come confermato da Amnesty International e da un
sondaggio tra studiosi di genocidio, che sostengono che la privazione
deliberata soddisfi i criteri della Convenzione sul Genocidio (Amnesty
International, 2025; Sondaggio degli studiosi di genocidio, 2024).
- Obbligo di facilitare gli aiuti umanitari:
- L’Articolo 70 del Protocollo Aggiuntivo I e la Regola ICRC 55
richiedono alle parti di consentire un accesso rapido e senza ostacoli
agli aiuti umanitari per i civili. Il divieto totale di Israele sugli
aiuti, inclusi i convogli finanziati dagli Stati Uniti, viola questo
obbligo, con l’UNRWA che segnala l’assenza di aiuti entranti a Gaza per
oltre 14 settimane (Rapporto sulla situazione UNRWA #172, 2024).
- Punizione collettiva:
- L’Articolo 33 della Quarta Convenzione di Ginevra vieta la punizione
collettiva. L’assedio punisce l’intera popolazione di Gaza per le azioni
di Hamas, costituendo un crimine di guerra, come evidenziato da Human
Rights Watch (2023).
- Atto di Assistenza Estera degli Stati Uniti (Sezione
620I):
- La Sezione 620I vieta l’assistenza militare ai paesi che restringono
gli aiuti umanitari degli Stati Uniti. Il blocco di Israele sugli aiuti
finanziati dagli Stati Uniti, come documentato da un memorandum
trapelato del Dipartimento di Stato (DAWN, 2025), viola questa legge,
con legislatori come il senatore Bernie Sanders che chiedono la
sospensione degli aiuti militari (Sanders, 2024). Ciò riflette
l’imperativo morale e legale di prevenire il genocidio, in linea con la
richiesta della Convenzione sul Genocidio di agire contro tali
crimini.
Violazioni della legge
ebraica (Halakha)
La legge ebraica, o Halakha, basata sulla Torah, il Talmud e le
interpretazioni rabbiniche, sottolinea la condotta etica, anche in
guerra. I principi chiave includono:
- Pikuach Nefesh:
- Il principio di pikuach nefesh (salvare una vita), radicato
nel Talmud (Yoma 85b), dà priorità alla preservazione della vita umana
sopra quasi tutti gli altri comandamenti. L’assedio, causando fame e
morte, contraddice direttamente questo principio mettendo a rischio
inutilmente le vite dei civili.
- Leggi della guerra (Din Milchama):
- Maimonide, in Mishneh Torah (Leggi dei Re e delle loro
guerre 6:7), stabilisce che durante un assedio, un lato deve rimanere
aperto per consentire ai civili l’accesso ai bisogni essenziali,
vietando blocchi completi. L’assedio totale di Israele, che blocca tutti
i punti di ingresso, viola questa regola, causando sofferenze diffuse
tra i non combattenti, inclusi i bambini, come riportato dall’OHCHR
(2025).
Come stato che si identifica con i valori ebraici, le azioni di
Israele contraddicono i mandati etici della Halakha, in particolare
pikuach nefesh, che richiede di dare priorità alla
preservazione della vita.
Contravvenzione
alle misure preventive dell’ICJ
L’ICJ, nel caso di genocidio del Sudafrica contro Israele, ha emesso
misure provvisorie vincolanti nel 2024 per prevenire il genocidio e
garantire l’accesso umanitario:
- 26 gennaio 2024: Ha ordinato a Israele di prevenire
atti ai sensi dell’Articolo II della Convenzione sul Genocidio, inclusi
l’uccisione, il causare gravi danni e il creare condizioni che portano
alla distruzione fisica, e di garantire assistenza umanitaria (Ordine
ICJ, 2024).
- 28 marzo 2024: A causa delle condizioni
peggiorative, inclusa la carestia, l’ICJ ha ribadito la necessità di un
accesso umanitario senza ostacoli in tutta Gaza (Ordine ICJ, 2024).
- 24 maggio 2024: Ha ordinato a Israele di fermare
l’offensiva militare a Rafah e di garantire condizioni che non portino
alla distruzione fisica dei palestinesi, sottolineando l’accesso agli
aiuti senza ostacoli (Ordine ICJ, 2024).
L’assedio totale di Israele dal marzo 2025, bloccando ogni aiuto e
portando alla fame, contravviene direttamente a questi ordini. Le
dichiarazioni di funzionari israeliani, come quella del Ministro delle
Finanze Bezalel Smotrich nell’aprile 2025, che ha dichiarato che
“nemmeno un chicco di grano entrerà a Gaza” (Middle East Eye, 2025),
indicano la non conformità, rafforzando il caso del Sudafrica.
Obblighi
legali ai sensi della Convenzione sul Genocidio
La Convenzione del 1948 sulla Prevenzione e Punizione del Crimine di
Genocidio impone obblighi specifici agli stati per prevenire e punire il
genocidio, definito come atti commessi con l’intento di distruggere, in
tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso
(Articolo II). Gli obblighi chiave includono:
- Prevenzione (Articolo I):
- Gli stati devono adottare tutte le misure in loro potere per
prevenire il genocidio, incluse azioni diplomatiche, economiche e
militari per fermare atti genocidi in corso. La sentenza dell’ICJ del
2007 in Bosnia contro Serbia ha chiarito che gli stati devono
agire quando hanno influenza sugli attori che commettono genocidio, ad
esempio attraverso forniture di armi o supporto politico (ICJ,
2007).
- A Gaza, gli stati che forniscono assistenza militare o economica a
Israele, come Stati Uniti, Regno Unito e Germania, devono garantire che
il loro supporto non faciliti il genocidio. La mancata azione rischia di
violare questo obbligo.
- Punizione (Articolo III):
- Gli stati devono perseguire o estradare individui responsabili di
genocidio, inclusa la complicità (Articolo III). Ciò si applica ai
funzionari israeliani, come dimostrato dai mandati di arresto dell’ICC
emessi nel novembre 2024 per la fame come crimine di guerra (ICC,
2024).
- Non complicità (Articolo III(e)):
- Gli stati non devono essere complici di genocidio, incluso fornendo
armi o supporto ad attori che commettono atti genocidi. I paesi che
forniscono armi a Israele rischiano la complicità se queste facilitano
l’assedio (Amnesty International, 2025).
- Giurisdizione e cooperazione (Articoli V-VI):
- Gli stati devono emanare leggi nazionali per far rispettare la
Convenzione e cooperare con tribunali internazionali come l’ICJ e l’ICC.
Il caso del Sudafrica, supportato da oltre 30 stati, riflette questa
cooperazione, spingendo l’ICJ a ritenere Israele responsabile
(Comunicato stampa ICJ, 2025).
Obblighi
legali ai sensi della Responsabilità di Protezione (R2P)
La Responsabilità di Protezione, approvata dall’Assemblea Generale
delle Nazioni Unite nel 2005 (Documento di Risultato del Summit
Mondiale, paragrafi 138-139), obbliga gli stati a proteggere le
popolazioni da genocidio, crimini di guerra, pulizia etnica e crimini
contro l’umanità. La R2P si compone di tre pilastri:
- Pilastro I: Responsabilità dello Stato:
- Ogni stato deve proteggere la propria popolazione dal genocidio.
Israele, come potenza occupante a Gaza, fallisce in questo obbligo
imponendo un assedio che causa fame e morte (OHCHR, 2025).
- Pilastro II: Assistenza internazionale:
- La comunità internazionale deve assistere gli stati attraverso mezzi
diplomatici, umanitari e altri. Stati come la Giordania e l’Egitto hanno
tentato di fornire aiuti, ma il blocco di Israele ostacola questi sforzi
(Middle East Eye, 2025).
- Pilastro III: Risposta tempestiva e decisiva:
- Se uno stato fallisce nel proteggere la propria popolazione, la
comunità internazionale deve intraprendere un’azione collettiva, anche
attraverso il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. La non
conformità di Israele agli ordini dell’ICJ attiva questo obbligo, anche
se i veti degli Stati Uniti hanno bloccato l’azione (Consiglio di
Sicurezza ONU, 2024).
Prove di genocidio:
Actus Reus e Mens Rea
Il caso di genocidio del Sudafrica sostiene che le azioni di Israele
a Gaza, incluso l’assedio del 2025, costituiscono genocidio, come
confermato da Amnesty International e dagli studiosi di genocidio:
- Actus Reus (Atti fisici):
- La Convenzione sul Genocidio (Articolo II) definisce il genocidio
come atti che includono l’uccisione, il causare gravi danni fisici o
mentali e l’infliggere condizioni di vita calcolate per portare alla
distruzione fisica. L’assedio di Israele soddisfa questi criteri:
- Uccisione e gravi danni: Morti per fame, bambini
scheletrici e il collasso degli ospedali costituiscono uccisione e gravi
danni (Amnesty International, 2025).
- Condizioni di vita: Il blocco crea condizioni per
la distruzione fisica, con oltre la metà della popolazione di Gaza che
affronta una fame “catastrofica” (OHCHR, 2025).
- Mens Rea (Intenzione):
- La Convenzione richiede l’intento di distruggere, in tutto o in
parte, un gruppo (i palestinesi a Gaza). Le dichiarazioni di funzionari
come Yoav Gallant (2023), Bezalel Smotrich (2025) e Moshe Saada (2025)
dimostrano l’intento di affamare i gazani, come riportato da Amnesty
International e The Washington Post (2025).
Responsabilità
legale per i leader politici che sostengono Israele
I leader politici che continuano a sostenere Israele nonostante le
forti prove di un genocidio in corso rischiano accuse di complicità e
favoreggiamento di genocidio e crimini di guerra ai sensi del diritto
internazionale e nazionale, poiché le loro azioni possono facilitare o
consentire le violazioni di Israele:
- Diritto internazionale:
- Convenzione sul Genocidio (Articolo III(e)): La
complicità nel genocidio include la fornitura di supporto materiale,
come armi, finanziamenti o copertura diplomatica, che facilita atti
genocidi. I leader in paesi come Stati Uniti, Regno Unito e Germania,
che forniscono armi e aiuti militari a Israele, possono essere
responsabili se il loro supporto consente l’assedio. Ad esempio, gli
Stati Uniti forniscono oltre 3 miliardi di dollari annualmente in aiuti
militari, nonostante le prove di genocidio (Rapporti CRS, 2025; Amnesty
International, 2025).
- Statuto di Roma (Articolo 25(3)(c)): L’ICC può
perseguire individui che aiutano, favoriscono o assistono in crimini di
guerra, inclusa la fame. Fornire armi o bloccare risoluzioni delle
Nazioni Unite potrebbe costituire tale assistenza. Gruppi per i diritti
umani hanno chiesto indagini su funzionari degli Stati Uniti, del Regno
Unito e della Germania per il loro ruolo nel fornire armi a Israele,
citando complicità nella fame e nel genocidio (The Guardian, 2025).
- Diritto consuetudinario IHL: Stati e individui non
devono contribuire a violazioni dell’IHL. I leader che forniscono
supporto incondizionato rischiano la responsabilità per aver facilitato
crimini di guerra, come la punizione collettiva e la fame. La sentenza
dell’ICJ del 2007 in Bosnia contro Serbia ha stabilito che gli
stati con influenza sui responsabili devono agire per prevenire il
genocidio, o affrontare la responsabilità (ICJ, 2007).
- Giurisdizione universale: Alcuni stati consentono
il perseguimento di crimini internazionali indipendentemente da dove si
verificano. I leader potrebbero affrontare azioni legali in paesi come
Spagna o Belgio, dove la giurisdizione universale è stata applicata a
casi di genocidio (Al Jazeera, 2025).
- Diritto nazionale:
- Legge statunitense:
- L’Atto di Assistenza Estera degli Stati Uniti (Sezione 620I) vieta
gli aiuti militari ai paesi che restringono l’assistenza umanitaria
degli Stati Uniti. I leader che ignorano le violazioni di Israele, come
documentato da DAWN (2025), possono affrontare sfide legali nazionali
per aver violato questa legge, specialmente alla luce delle richieste di
legislatori come il senatore Bernie Sanders di sospendere gli aiuti
(Sanders, 2024).
- L’Atto di Implementazione della Convenzione sul Genocidio (18 U.S.C.
§ 1091) consente il perseguimento di cittadini statunitensi per
complicità nel genocidio. I funzionari che autorizzano aiuti a Israele
potrebbero essere presi di mira, specialmente se i tribunali ritengono
che tale supporto faciliti atti genocidi (DAWN, 2025).
- ONG hanno intentato cause contro funzionari statunitensi,
accusandoli di violazioni del diritto nazionale e internazionale
continuando le vendite di armi a Israele, con casi pendenti presso i
tribunali federali (Reuters, 2025).
- Legge britannica:
- L’Atto della Corte Penale Internazionale del 2001 consente il
perseguimento di cittadini britannici per complicità in crimini di
guerra o genocidio. Le esportazioni di armi a Israele, nonostante le
prove di genocidio, hanno spinto a sfide legali contro funzionari
britannici, con attivisti che cercano di fermare le licenze (Al Jazeera,
2025).
- Il Codice Ministeriale del Regno Unito richiede il rispetto del
diritto internazionale, e la mancata gestione della complicità potrebbe
portare a responsabilità nazionale, come visto nelle inchieste pubbliche
sulle vendite di armi (The Guardian, 2025).
- Legge tedesca:
- Il Codice dei Crimini Contro il Diritto Internazionale della
Germania (VStGB) criminalizza la complicità in genocidio e crimini di
guerra. Le continue esportazioni di armi a Israele, nonostante gli
ordini dell’ICJ, hanno portato a cause contro funzionari tedeschi, con i
tribunali che esaminano se le esportazioni violano gli obblighi
internazionali (DW, 2025).
- L’impegno costituzionale della Germania per i diritti umani,
radicato nel suo quadro legale post-Olocausto, aumenta la pressione sui
leader per evitare complicità (Ufficio Federale degli Affari Esteri
Tedesco, 2025).
- Altre giurisdizioni:
- Paesi come Canada, Francia e Paesi Bassi, con leggi nazionali che
criminalizzano la complicità in crimini internazionali, affrontano una
crescente pressione per indagare sui leader che sostengono Israele. Ad
esempio, l’Atto sui Crimini Contro l’Umanità e i Crimini di Guerra del
Canada consente il perseguimento di funzionari coinvolti nelle
esportazioni di armi (Reuters, 2025).
- Il codice penale francese include disposizioni per la complicità nel
genocidio, e le ONG hanno presentato denunce contro funzionari per le
vendite di armi a Israele (Le Monde, 2025).
- Casi studio e precedenti:
- Darfur (2009): L’ICC ha emesso mandati di arresto
per funzionari sudanesi, inclusi per complicità nel genocidio,
stabilendo un precedente per perseguire i leader che consentono atrocità
attraverso il supporto materiale (ICC, 2009).
- Srebrenica (1995): Il Tribunale Penale
Internazionale per l’ex Jugoslavia (ICTY) ha condannato individui per
complicità e favoreggiamento di genocidio fornendo supporto logistico,
stabilendo la responsabilità per contributi indiretti (ICTY, Procuratore
contro Krstić, 2001).
- Myanmar (2017): I rapporti delle Nazioni Unite
hanno chiesto indagini su attori internazionali che forniscono armi al
Myanmar durante il genocidio dei Rohingya, evidenziando il rischio di
complicità per stati e leader (Consiglio per i Diritti Umani delle
Nazioni Unite, 2018).
- Questi precedenti suggeriscono che i leader che sostengono Israele
attraverso armi, finanziamenti o copertura diplomatica potrebbero
affrontare un simile scrutinio, specialmente con l’accumularsi delle
prove di genocidio.
- Implicazioni pratiche:
- Persecuzioni dell’ICC: I mandati di arresto
dell’ICC del novembre 2024 per funzionari israeliani per la fame come
crimine di guerra indicano un’indagine attiva, che potrebbe espandersi
per includere leader stranieri che forniscono supporto. ONG come Amnesty
International hanno esortato l’ICC a indagare su funzionari degli Stati
Uniti, del Regno Unito e della Germania per complicità (Amnesty
International, 2025).
- Cause nazionali: I leader affrontano crescenti
sfide legali nazionali, con cause negli Stati Uniti, nel Regno Unito e
in Germania che accusano violazioni delle leggi nazionali che vietano la
complicità in genocidio e crimini di guerra (Reuters, 2025; DW,
2025).
- Conseguenze reputazionali e politiche: I leader
rischiano reazioni pubbliche e danni alla reputazione, come visto nelle
proteste e nelle campagne contro i funzionari che sostengono le azioni
di Israele (Al Jazeera, 2025).
- Sanzioni e divieti di viaggio: I leader implicati
nella complicità potrebbero affrontare sanzioni o restrizioni di
viaggio, come visto nei casi che coinvolgono funzionari sudanesi e
siriani (Consiglio di Sicurezza ONU, 2011).
- Prove che attivano la responsabilità:
- Rapporti di Amnesty International: Documentazione
dettagliata dell’assedio di Israele come genocida, con richieste di
responsabilità per gli stati che lo consentono (Amnesty International,
2025).
- Sondaggio degli studiosi di genocidio: Un sondaggio
del 2024 che conferma le azioni di Israele come genocidio, aumentando la
pressione sugli stati sostenitori (Sondaggio degli studiosi di
genocidio, 2024).
- Ordini dell’ICJ: La non conformità di Israele agli
ordini del 2024 fornisce basi legali per ritenere responsabili gli stati
sostenitori per non aver prevenuto il genocidio (Ordini ICJ, 2024).
- Rapporti delle Nazioni Unite: Gli avvertimenti
degli esperti delle Nazioni Unite di un “genocidio in corso” a Gaza
implicano gli stati che continuano a fornire supporto (OHCHR,
2025).
Il genocidio come il
“crimine dei crimini”
Il genocidio è il “crimine dei crimini” secondo il diritto
internazionale, una macchia indelebile sulla storia umana a causa della
sua intenzione di sradicare interi gruppi. Coniato da Raphael Lemkin nel
1944 e codificato nella Convenzione sul Genocidio del 1948, mira a
prevenire atrocità come l’Olocausto. La Convenzione sul Genocidio, la
R2P e le leggi nazionali come l’Atto di Assistenza Estera degli Stati
Uniti impongono un imperativo legale e morale di prevenire e punire il
genocidio, con stati e leader responsabili per l’inazione o la
complicità.
Supporto al caso del
Sudafrica presso l’ICJ
Il caso del Sudafrica, supportato da oltre 30 stati, è rafforzato
dalla non conformità di Israele agli ordini dell’ICJ, dal supporto
internazionale, dalle prove umanitarie e dalle azioni dell’ICC. Il
rischio di accuse contro i leader politici che sostengono Israele
sottolinea l’urgenza di affrontare questa crisi.
Conclusione
L’assedio totale di Israele su Gaza dal marzo 2025 costituisce
genocidio, violando il diritto umanitario internazionale, la legge
ebraica e le misure dell’ICJ. La Convenzione sul Genocidio e la R2P
impongono obblighi rigorosi agli stati per prevenire e punire il
genocidio, obblighi che Israele e i suoi sostenitori rischiano di
violare. I leader politici che continuano a sostenere Israele,
attraverso armi, finanziamenti o copertura diplomatica, nonostante le
forti prove di genocidio, possono affrontare accuse di complicità e
favoreggiamento di genocidio e crimini di guerra ai sensi del diritto
internazionale e nazionale, inclusi l’Atto di Assistenza Estera degli
Stati Uniti, l’Atto ICC del Regno Unito e il VStGB della Germania. La
comunità internazionale deve agire con decisione per fermare queste
atrocità e sostenere la giustizia, garantendo che coloro che stanno con
Israele in questa crisi affrontino la responsabilità in tribunale.
Citazioni chiave